mercoledì 3 ottobre 2012

Per sconfiggere la paura; Imaprare a dire no (Pensiero positivo)


Per sconfiggere la paura, Dominique Charnaise
Cerco di amare gli altri per quello che sono e non per quello che mi aspetto da loro
  • Se ho paura che l'amore finisca, penso che è esattamente come la vita: immortale, all'interno di ogni singolo istante in cui si manifesta. Fino a che l'amore c'è, l'idea che un giorno finirà non ha senso. Vivere l'amore nella sua pienezza significa liberarsi dell'idea della sua fine. Con la scusa che noi siamo mortali, allora, dovremmo fare morire anche lui? E' assurdo impedirsi di amare solo perchè l'amore può finire e perchè questo ci fa paura.
  • Smetto di cercare la perfezione in me stesso e negli altri. La paura di amare si nutre talvolta della paura di commettere un errore, di sbagliare e fare una cattiva scelta. Dobbiamo diventare consapevoli che gli esseri umani non sono creature perfette.Tutti abbiamo il diritto di amare una persona piena di difetti, come di commettere delle scelte sbagliate. Fa parte dell'esperienza della vita.
  • L'amore è dappertutto: mi concedo il piacere di dare e ricevere amore in tutte le sue forme.
  • Per liberarsi dalla paura di essere solo, penso alla solitudine come ad una fonte di piacere
  • Quando sono solo cerco di realizzarmi pienamente nella solitudine. Per stare bene con gli altri dobbiamo prima di tutto stare bene con noi stessi. Questa riconciliazione è la miglior difesa contro la paura.
  • Considero la mia solitudine come un giardino paradisiaco, invece di considerarla come un inferno.
  • Faccio parte di quelle persone che sono felici di essere sole: la loro dipendenza le rende delle creature molto ricercate
  • Più sono felice di essere solo, più gli altri mi cercheranno e solleciteranno. Sono l'armonia e lo stato di pienezza interiore ad attirare gli altri, non certo la malinconia e la depressione.
  • Ho ancora paura della solitudine? Allora, m'impegno a capire che cosa di me mi indispone e non mi piace al punto da impedirmi di sopportare la compagnia di me stesso. Tutti noi abbiamo una zona d'ombra. Talvolta, però, sarebbe bene affrontarla per illuminare almeno un po' questo oceano opaco. Ciò che resta nascosto spesso fa più paura di quello che si vede alla luce del giorno.
  • Mi dedico ad un'attività che mi piace e mi ci consacro con estrema attenzione
  • Di qualunque paura sia vittima, cerco di scoprire cosa mi dà sicurezza e non esito a farvi ricorso
  • prendo in considerazione le paure che non riesco a superare: ce ne sono alcune che posso evitare
  • ho paura d'invecchiare? Ne approfitto per festeggiare in pompa magna i miei compleanni.
  • Ogni volta che la paura mi assale, chiudo gli occhi e m'immagino nella natura
  • sincronizzo il mio respiro sul ritmo della mia andatura: tre passi per inspirare, due per trattenere l'ossigeno nei polmoni, tre per espirare e due per rimanere coi polmoni vuoti. E' un esercizio davvero eccellente, che permette di rilassare il corpo, di scacciare il nervosismo procurato dalla paura, di occupare la mente e di concentrare la propria attenzione sull'istante che stiamo vivendo
  • penso alla persona che più di tutte mi ha amato nella mia vita e m'immagino nelle sue braccia, cullata, coccolata, rassicurata, dalla sua presenza. Per scongiurare o lenire le cicatrici inflitte dalla paura, non c'è metodo migliore che ricorrere ad un ricordo così pieno di dolcezza e di calore
  • m'impegno a sentire che la vita scorre dentro di me. Più mi sento vivo, meno avrò paura
  • Chiudo gli occhi e immagino un raggio di luce brlillante, caldo, dolce e amabile che cade dal cielo e mi avvolge. Protetto in questo modo non c'è più nulla che mi possa colpire e non ho più paura
  • ignoro volontariamente tutto quello che non dipende da me
  • mi ripeto tutti i giorni che affrontare il cambiamento non è altro che una questione di allenamento. Ogni volta che il compito da assolvere ci sembra insormontabile, dobbiamo ricordarci che siamo tutti degli “atleti dell'anima”. Il coraggio e la forza devono “irrobustirsi i muscoli” ogni giorno
  • tutte le volte che sento sopraggiungere la paura, mi concentro sul respiro. E' un ottimo metodo per essere consapevoli di ogni singolo istante e allontanare così l'emozione che ci agita
  • inspiro l'aria che mi nutre e mi permette di agire, espiro la paura e i blocchi
  • inspiro lentamente, così che nel mio corpo il soffio vitale prenda il posto della paura
  • indirizzo il mio respiro verso quella porzione del corpo paralizzata dalla paura: le mani, le gambe, la voce... Nel liberare in questo modo i nostri “strumenti” possiamo riprendere possesso della capacità d'azione. E ad ogni inspirazione la nostra libertà aumenta sempre di più
  • mi sforzo di comportarmi in modo corretto. Tanto maggiori sono le perplessità che nutrimao sulla correttezza delle azioni da compiere, quanto più avremo paura di affrontarle. Al contrario, quando si pensa fermamente di essere nel giusto, ci si sente molto più forti e le paure diventano superabili.
  • L'amore mi fa paura? Tiro su le spalle, guardo lontano davanti a me e mi preparo a farmi amare. Prima di tutto da me stesso! Impossibile amare e lasciarsi amare, se prima di tutto non si ama se stessi. Tutto quello che ha per obiettivo di migliorare l'opinione e l'amore che ho per me stesso, mi aiuterà ad accettare serenamente l'amore dimostratomi dagli altri.
  • Ho il coraggio di non piacere a coloro che amo: in questo modo dimostro di avere fiducia nell'amore che provo per me. Se l'amore che gli altri nutrono nei nostri confronti è sincero e solido, resisterà senz'altro a questo episodio della nostra storia in comune. Se non fosse così, meglio saperlo subito, per evitare in seguito conseguenze ben più pesanti.
  • L'amore mi fa paura? Tiro su le spalle, guardo lontano davanti a me e mi preparo a farmi amare. Prima di tutto da me stesso! Impossibile amare e lasciarsi amare, se prima di tutto non si ama se stessi. Tutto quello che ha per obiettivo di migliorare l'opinione e l'amore che ho per me stesso, mi aiuterà ad accettare serenamente l'amore dimostratomi dagli altri.
 Smetto di identificarmi completamente con le mie azioni. Non sono quello che faccio. La paura di agire è spesso legata alla paura di fallire. L’insuccesso fa parte della vita. Riguarda sempre una situazione precisa e non la totalità del nostro essere.
-          Mi pongo degli obiettivi alla mia portata. E’ preferibile ottenere i risultati attraverso la successione di piccoli passi, piuttosto che tentare di colpo il “grande balzo”, senza aver acquistato la necessaria esperienza. Anche se ci vuole il tempo necessario, un apprendimento progressivo è il miglior mezzo per difendersi dai fallimenti.
-          Mi attrezzo per ottenere quello che mi sono prefisso.E’ bene considerare la realtà in modo freddo e distaccato: valutare le tappe, preparare gli strumenti, verificare le proprie competenze, domandare aiuto dove necessario…
-          Se per paura non faccio nulla, penso alla soddisfazione che proverò quando tutto sarà finito.
-          Mi complimento con me stesso, per tutto quello che sono riuscito a fare nella vita. La paura si nutre di fantasmi e di proiezioni. Se ripensiamo al passato e agli elementi positivi che nasconde, allontaniamo tutto ciò che alimenta le nostre paure.
-          Considero tutte le vittorie ottenute sulla paura, come dei regali che ho fatto a me stesso. Ognuno di noi ha diritto di assaporare la soddisfazione che deriva dai propri successi. Accordandoci questo piacere, aumentiamo la capacità d’iniziativa e diminuiamo le paure.
-          Cerco di stabilire con precisione la differenza che esiste tra i fatti e le emozioni.
-          Mi ripeto tutti i giorni che affrontare il cambiamento non è altro che una questione di allenamento
-          Lo stato d’animo è flessibile e ai nostri ordini. Ho  fiducia nel mio stato d’animo che mi ha trascinato inconsapevolmente nella paura, mi aiuterà anche ad uscirne.
-          Se la paura persiste, mi sforzo di pensare alla situazione come se non riguardasse me.
-          Penso agli enormi potenziali che ho dentro di me, di cui troppo spesso ignoro l’esistenza
-          Ogni giorno affronto volontariamente una “piccola” paura, adatta alle forze di cui dispongo per superarla. E’ una specie di ginnastica comportamentale. Un esempio? Se abbiamo paura a dire di no agli altri, possiamo sforzarci di entrare in un negozio… a forza di piccole vittorie di questo tipo le paure immotivate finiscono per fare marcia indietro.
-           Quando sono solo cerco di realizzarmi pienamente nella solitudine. Per stare bene con gli altri dobbiamo prima di tutto stare bene con noi stessi. Questa riconciliazione è la miglior difesa contro la paura.
(Per sconfiggere la paura, Dominique Charnaise)


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Per imparare a dire di no,  Marie Borrel
- esploro le vere ragioni che m’impediscono di dire di “no”. La più diffusa? La paura di non essere più amati, di essere rifiutati
- tutti hanno dei limiti, io riconosco i miei
- smetto di credere che gli altri non mi ameranno più, solo perché non rispondo a tutte le loro aspettative
- nel dire di “no”, coltivo l’amore che nutro per gli altri
- mi riservo il diritto di proteggere il mio spazio personale
- quando dico di no, do più valore a tutti i sì che dirò in seguito
- accetto il no degli altri, per quello che è: un rifiuto puntuale e non la negazione di me stesso
- allo stesso modo accetto i no che  pronuncio per quello che sono. Anche i nostri no non rappresentano altro che un rifiuto puntuale opposto a un’idea, un atto, una situazione. Non costituiscono dunque, un’aggressione insopportabile per colui che li riceve.
- Sono un essere decisamente più importante, ampio, complesso e ricco del “no” che pronuncio. Nessuno è rappresentato interamente da una sola parola, fosse anche un rifiuto
- accompagno il mio “no” con un atteggiamento di apertura
- mi sforzo di essere il più sincero e corretto possibile, mente esprimo un  rifiuto
- mi alleno a dire di no, alle persone più vicine con cui non ho rapporti conflittuali: amici intimi, parenti, genitori…
- ho il coraggio di dire di no ai miei genitori senza  aver paura di tradirli
- ho il coraggio di dire di no ai miei amici senza il timore di irritarli
- ho il coraggio di dire di no al mio amore senza avere paura di perderlo
- evito di frequentare le persone che hanno la tendenza a servirsi di me
- penso al bambino maltrattato che sono stato, lo prendo tra le braccia, lo cullo e gli do tutto il mio amore
- non sono obbligato a rinunciare al mio benessere in nome di quello altrui: me lo dico e me lo ripeto
- prima di rispondere a una domanda, prendo il tempo necessario per riflettere
- dire di no con sincerità e serenità tutte le volte che lo penso, evita crisi violente e distruttrici
- smetto di credere che nell’ambito di un rapporto il sì sia costruttivo e il no distruttivo. Una relazione, qualunque sia il contesto in cui essa s’inquadra, viene costruita a partire dagli spazi che entrambe le persone mettono a disposizione. I confini si  definiscono man mano che ognuno pone i suoi limiti. Il sì ed il no sono allora ugualmente indispensabili a questo processo
- prima di dire di no respiro profondamente due o tre volte
- prima d affrontare una situazione nella quale devo dire di no, chiudo gli occhi e immagino che tutto si svolga nelle migliori condizioni.
- se non sono sicuro della mia risposta, preferisco esprimere un “probabilmente no”, piuttosto che un “sì”
- assaporo in anticipo il piacere che proverò nel dire consapevolmente di sì o di no, nel rispetto dei miei reali desideri
- nel dire di no a coloro che amo, imparo ad amarli ancora di più. Si ama veramente solo se si rispetta se stessi e gli altri, solo se si ha fiducia nella loro capacità di comprendere le nostre giuste decisioni
- Ho il coraggio di determinare i limiti che meglio si adattano al mio spazio personale
- Accetto il fatto che il dire di no possa interrompere il rapporto con alcune persone. Alcuni individui mantengono con noi una relazione solo perché fa loro comodo. Ci frequentano unicamente per i numerosi servizi che facciamo per loro senza domandare nulla in cambio. C’è il rischio che reagiscano male di fronte ai nostri improvvisi rifiuti. Tanto meglio: è solo un bene potersi liberare da simili parassiti
- mi faccio e rifaccio alcune domande fondamentali. Prima fra tutte: che cosa desidero veramente. Per dire di sì e di no in modo consapevole, è indispensabile sapere che cosa si vuole
- cerco di capire che cosa è fondamentale per me. I valori più veri, non sono quelli che abbamo appreso, ma quelli che abbiamo conquistato, accettato e rielaborato. Sono quelli che costituiscono le radici della nostra etica personale. Ed è su di essa che si basa la nostra capacità di dire di no o di sì in tutta consapevolezza
-cerco di capire i vantaggi che mi potranno derivare, se esprimo chiaramente quello che sono e quello che voglio. Autonomia, serenità, stima e accettazione di sé… i benefici di questo  lavoro di maturazione personale sono numerosi e inestimabili
- quando devo dire di no a un superiore in scala gerarchica, penso al bambino che sono stato e valuto il cammino percorso per diventare adulto. E’ quel bambino che esita ad affermarsi. Prenderne coscienza significa aiutarlo a superare le situazioni che in passato gli hanno impedito di esprimere veramente se stesso
- ho il coraggio di poter dire di no  senza sentirmi per questo un egoista. In realtà, è solo aprendosi a se stessi che si può trasmettere davvero qualcosa agli altri. Non certo annullandosi
- smetto di caricarmi sulle spalle la soluzione di problemi che non mi competono. Aiutare gli altri, sostenerli, non sifgnifica in alcun caso sostituirsi a loro.
- rifiuto di lasciare che gli altri diventino dipendenti da me
- scopro che dicendo di no, quando lo penso veramente, divento finalmente me stesso
- mi devo ricordare quanto la sincerità possa riservare delle felici sorprese

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"Quando riusciamo a capire di non essere il corpo, siamo all'inizio della realizzazione spirituale, al livello detto
brahma-buta. Aham brahmasmi. io non sono questo corpo materiale, ma un'anima spirituale"

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- "Devi avere il caos nell'anima per dare vita a una stella danzante" diceva Niettsche. Le persone devono svegliarsi, superare la nebbia dell'esistenza fisica e vedere il mistero che c'è dietro"

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