sabato 6 ottobre 2012

Taijiquan e Qi gong




EsercizioBozzolo

“Lo spostamento del peso ed il conseguente movimento del bacino provoca un continuo allungamento e accorciamento passivi delle catene muscolari, dando una sensazione simile a quella dello stretching.

Quando avremo collegato le varie parti del corpo in una catena di trasmissione del movimento, la nostra mente potrà concentrarsi sul bacino, e diventre il centro direzionale del movimento, del Qi.
Il praticante diventa così terapista di se stesso.
Per applicare il CSC a copi terapeutici non è necessario raggiungere i livelli elevati di pratica.
Fin dal primo approccio con l’esercizio si può trarre vantaggio da questo movimento.
Tutti possediamo tensioni e quindi squilibri, proseguendo nella pratica ci accorgeremo che il nostro corpo si riequilibrerà in modo spontaneo, graduale.

L’esercizio può quindi essere utilizzato per regolarizzare la pressione arteriosa, considerando che con  l’inspirazione  si ha uno stimolo del sistema simpatico e di conseguenza un aumento della pressione, si userà il Sun Chan (inspirazione prevalente rispetto all’espirazione) nei casi di ipotensione.
Con l’espirazione si stimola il parasimpatico, di conseguenza si userà il Ni Chan (espirazione prevalente) nei casi di ipertensione.
Lo stesso training per ottimizzare il movimento del Tai-Ji diventa un’ottima scuola comportamentale.
Attraverso l’allenamento della precisione e della morbidezza capiremo che anche nella nostra vita relazionale, sociale, il modi più efficace  di essere è quello di far integrare Yin e Yang.”
Il cuore del Taijiquan, l’esercizio del bozzolo di seta, Maurizio Gandini



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Allenare il corpo senza essere oppressi dal corpo, esercitare la mente senza essere usati dalla mente, agire nel mondo senza essere preda del mondo, eseguire i compiti senza essere ostacolati dai compiti. Questa è l’essenza del Taijiquan l’arte marziale cinese di cui l’esercizio del "bozzolo di seta" è l’espressione più completa che permette di raggiungere una profonda consapevolezza di sé come unità di corpo mente e spirito. Maurizio Gandini insegnante di Taijiquan ed esperto di energetica cinese prende per mano il lettore e lo porta passo dopo passo alla migliore realizzazione del "bozzolo di seta". ---

http://www.taijichen-italia.com/articoli/3.htm

L'ENERGIA ZANSIJIN NEL TAIJICHEN
di Roberto Vignali
da "Arti d'Oriente" luglio 2001
Gli scritti antichi riferiscono che non vi è movimento del taijiquan senza il coinvolgimento del qi del zansijin e che tale energia fuoriesce dai reni diffondendosi in tutto il corpo. Il qi si propaga in ogni cellula penetrando ogni nervo ed ogni organo, migliorando la circolazione del sangue, il sistema digestivo, ed il metabolismo nel suo complesso.
La forte tradizione mantenuta da questo stile ha permesso alla pratica zhansijin di giungere sino a noi consentendoci di cogliere l'essenza del taijiquan attraverso metodi rimasti inalterati nel tempo.
Generalmente coloro che studiano il taijiquan ritengono che la ripetizione delle sole forme sia sufficiente per assimilare i principi interni alla disciplina, senza averli prima sperimentati entro tecniche separate.
Questo atteggiamento, oltre a rendere più difficile la comprensione di questa antica arte, determina un rallentamento nei processi di apprendimento.
Per migliorare il proprio livello è inevitabile rivisitare le tecniche separandole tra loro in modo da poterne cogliere il più piccolo aspetto.
Se l'obiettivo è quello di conseguire la forza delle arti marziali interne gli "esercizi del bozzolo di seta" rappresentano una vera e propria scorciatoia per raggiungere la meta.
Secondo il Maestro Chen Xiao Wang lo sviluppo energetico interno alla pratica del taijiquan può essere raggiunto con maggiore facilità se si adottano gli esercizi zhansijin come metodo di base del proprio studio. Essi sono essenziali sia per l'aspetto salutare che per quello marziale e conducono all'unificazione del corpo e dell'energia che lo attraversa con il dantian rinforzando ogni singola parte fisica.
Tra le funzioni della pratica taiji, dice il Maestro, fondamentale è lo sviluppo dell'energia zhansijin per rendere il corpo forte e fluido.
I vantaggi derivanti dall'allenamento zhansijin sono molteplici, in primo luogo essi costituiscono i movimenti essenziali interni alle forme e rappresentano un sostegno effettivo nella ricerca e nello sviluppo della forza interna.
La loro ripetizione accompagna inoltre l'individuo nell'acquisizione del rilassamento e nella sensibilizzazione del corpo e delle sue dinamiche.
Sperimentare i principi del taijiquan attraverso i movimenti essenziali, condensati e semplificati dagli esercizi zhansijin, riduce i tempi di comprensione e facilita lo studente nell'accrescimento della propria conoscenza.
Il M°. Chen Xiao Wang ha definito la pratica dell'energia zhansijin semplice e complessa al tempo stesso, sottolineando che il suo nome prende origine dai movimenti del baco quando produce la seta.
La forza interna prodotta dagli esercizi del bozzolo è il frutto di un lavoro sottile ed equilibrato in cui l'energia mentale guida e controlla il movimento sviluppando energia interna e forza fisica.
Nell'esecuzione di tali esercizi egli paragona la spirale interna del movimento all'azione di un asciugamano quando viene ritorto per spremere fuori l'acqua, allo stesso modo è come se il corpo torcesse se stesso per sviluppare e rilasciare energia dal proprio centro.
Le zone e i punti di maggior coinvolgimento nell'attività zhansijin sono il dantian, il migmen (punto localizzato nella parte posteriore del corpo ), la zona della cintura, della schiena, delle spalle, delle braccia, delle mani, delle anche, delle ginocchia e dei piedi.
Nello sviluppo della pratica l'interazione delle parti fisiche descritte segue un processo perfettamente coordinato.
Nella parte superiore del corpo la spirale della cintura crea la spirale delle spalle, dei gomiti e dei polsi, mentre, in quella inferiore, crea la spirale delle anche, delle ginocchia e delle caviglie.
I principi interni al movimento, sottolinea il M°. Chen, sono tre: il primo è determinato dalla proiezione del corpo che determina la spirale, il secondo consiste nell'estensione antero-posteriore del corpo, il terzo è definito dall'unione della spirale con la flessione antero-posteriore della spina dorsale.
Nella maggioranza dei casi gli assi che intersecano il dantian, nell'applicazione dei principi esposti, sono due ma indipendentemente dal numero e dagli assi interessati ciò che è fondamentale è la connessione delle varie parti fisiche cosicchè nel momento in cui una parte si muove l'intero corpo si sta muovendo.
La meccanica di tale pratica coinvolge l'utilizzo della mente, della cintura, del dantian e del qi .
Non è facile separare lo sviluppo dell'azione, nell'istante in cui la mente si muove determina le azioni successive e in questa progressione è difficile poter differenziare il movimento. Quando la cintura si muove permette al dantian di muoversi e a sua volta coinvolge il corpo intero.
Tutto ciò avviene in assenza di sforzo muscolare, se si dovesse determinare una contrazione l'energia risulterebbe bloccata.
Nel momento in cui la più piccola parte del corpo si sta muovendo, dice il Maestro, l'intero corpo si muove ed ognuna di queste parti è direttamente connessa con il dantian, per questo è importante che esso rimanga rilassato.

La pratica zhansijin
Per praticare correttamente bisogna prima comprendere i principi; all'inizio nessuno si muove correttamente ed è solo attraverso la comprensione che gradualmente possiamo migliorare.
Un errore comune, tra coloro che praticano lo stile chen, è quello di enfatizzare i movimenti attraverso dinamiche spesso eccessive, come pure l'esagerata ripetizione di piccoli cerchi nell'esecuzione della forma .
I movimenti eccessivi conducono alla separazione delle varie parti del corpo e questo non è corretto, come pure non è corretto eseguire una grande quantità di evoluzioni se non vi corrisponde l'effettiva capacità di mantenere il controllo energetico interno.
Coloro che studiano il taijiquan, dice il Maestro, possono essere divisi in due categorie: la prima conosce i principi ma non è ancora in grado di eseguirli correttamente; la seconda pensa di conoscerli ma ciò non è vero.
Il rimedio agli errori della prima categoria è legata al tempo e allo studio, si conoscono i principi ma non si è ancora in grado di applicarli correttamente, migliorando la propria pratica migliora la qualità della propria esecuzione.
Coloro che appartengono alla seconda categoria non possono invece fare progressi, più essi praticano più escono dal corretto sentiero della pratica.
Innanzitutto bisogna ricordare che il taijiquan è una scienza e al tempo stesso un'arte che si sviluppa attraverso il proprio percorso personale "tu devi guardare dentro di te per conoscere la struttura del tuo corpo, la forza e il livello del tuo movimento. Solamente allora sarai in grado di determinare la misura della tua posizione, quanto basso puoi stare e quale postura è più corretta per te", prosegue il Maestro.
Gli esercizi zhansijin hanno come primo obiettivo l'apertura dei meridiani affinché il flusso energetico possa circolare liberamente.
Se si vuole che ciò avvenga è importante realizzare che il movimento non deve essere forzato in alcun modo.
Un secondo obiettivo è finalizzato alla capacità di muovere il corpo come insieme inscindibile, permettendo all'energia di poter essere utilizzata efficacemente durante i fhajin.
Un terzo obiettivo è lo sviluppo del cambiamento interno, ciò consente di cambiare velocemente la posizione e non essere colpiti nel proprio centro quando si è spinti o attaccati da un avversario. Se si è in grado di poter cambiare significa che il qi non è bloccato e l'equilibrio non viene perduto. L'equilibrio, aggiunge, è perso quando il qi è bloccato e la schiena ed il dantian sono troppo tesi .
La pratica zhanshijin prevede una serie di esercizi il cui scopo è quello di conservare i principi delle forme del taijiquan riducendo e semplificando il movimento in tecniche di facile esecuzione.
Le sequenze possono differire tra loro ma tutte seguono gli stessi requisiti interni; alcune sono finalizzate allo sviluppo del corpo, altre invece evidenziano traiettorie e rotazioni articolate su piani orizzontali, verticali e diagonali.
La loro esecuzione avviene attraverso "spirali naturali o contrarie", opposte ma nello stesso tempo complementari, che seguono i principi dello yin e dello yang.
Quelle proposte dal M°Chen Xiao Wang sono suddivise in due differenti livelli e ogni esercizio può essere ripetuto in entrambi i lati.
Durante l'esecuzione l'apparato muscolare viene attivato in modo rilassato ed integrato coinvolgendo l'intera struttura del corpo. Le sequenze sviluppano la capacità di conseguire il bilanciamento ed il rilassamento attraverso un dinamismo che coinvolge la colonna vertebrale, le giunture, i muscoli, i tendini in un rapporto in cui la connessione mente-corpo-respiro avviene in modo consapevole, naturale e coordinato.
La pratica zhansijin si svolge attraverso la comprensione delle dinamiche corporee evitando l'utilizzo della sola forza muscolare, accompagna lo studio del taijiquan ma il suo sviluppo ne è indipendente.
Sia nelle forme del taijiquan che negli esercizi zhansijin, il movimento è regolato dagli stessi parametri: apertura e chiusura; salita e discesa; pieno e vuoto; cerchio e spirale.
Indicazioni per la pratica:
- i movimenti del corpo seguono la spirale interna e un andamento circolare nella parte più esterna;
- tutti i movimenti devono essere eseguiti lentamente, dolcemente, con continuità ed in modo consapevole;
- ogni movimento ha origine nell'area del dantian e del migmen e utilizza una compressione-espansione delle gambe e delle anche in modo da ottimizzare la stabilità ed il radicamento al suolo;
- nel movimento vengono utilizzati tutti i gruppi muscolari e le articolazioni in modo coordinato e sincronizzato, utilizzando sequenze con andamento a spirale;
- i movimenti di chiusura seguono la contrazione dall'esterno verso l'interno e quelli di apertura, o espansione, dall'interno verso l'esterno;
- la naturalezza dei movimenti è accompagnata dall'osservazione della mente attraverso una dinamica in cui la mente genera l'intenzione, l'intenzione guida l'energia e l'energia muove l'apparato muscolare e tendineo;
- la parte superiore del corpo ed in particolare gli arti si muovono seguendo l'intera struttura corporea, coordinandosi con quella inferiore;
- la capacità di far seguire il movimento attraverso il cambiamento interno è fondamentale per trasferire la forza dalle radici e dal centro verso la parte alta e più esterna.
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Principi filosofici sottesi alla pratica



Il Dao genera l'Uno,

l'Uno genera il Due, il Due genera il Tre.

Il Tre i diecimila esseri

Il Wu Ji -letteralmente suprema vacuità- secondo la filosofia cinese è quello stato di vuoto senza limiti che precede la creazione del mondo. Esso è la sorgente del movimento e della quiete e la madre dello Yin e dello Yang, i principi fondamentali che, interagendo, danno origine al Tai Ji, il principio supremo alla base di tutti i fenomeni dell'universo. La rappresentazione grafica del Tai Ji, simbolo ormai piuttosto famoso, è un cerchio che esprime il concetto di unità, suddiviso in una parte nera ed una bianca, Yin e Yang. I due piccoli cerchi di colore opposto indicano che all'interno dello Yin è contenuto un elemento Yang e viceversa. La curva rende l'immagine dinamica, indicando che Yin e Yang sono in continuo movimento determinando un'alternanza che non è mai opposizione ma ritmo e interazione.
Il carattere Yin in origine indicava il lato in ombra di un pendio e ad esso furono associate qualità come il freddo, il buio, la quiete, la ricettività, l'introversione. Il carattere Yang indicava il lato soleggiato ed in seguito qualità come il calore, la luce, il movimento, l'eccitazione, l'estroversione. Le categorie Yin e Yang non hanno valore morale o assoluto ma sono degli emblemi necessari ad ordinare la realtà e l'esperienza fenomenica. La Teoria Yin Yang descrive infatti la relazione funzionale tra tutte la cose e tra esse e l'universo in un continuo processo di mutamento.
Se si vuole restringere, bisogna estendere.
Se si vuole indebolire, bisogna rafforzare.
Se si vuole far perire, bisogna far fiorire.
Se si vuole prendere possesso, bisogna offrire.
Yin e Yang, interagendo, danno vita ai cinque elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. La Teoria dei cinque elementi, meglio tradotta come le cinque fasi, Wu Xing, consiste in un sistema di attribuzioni per comprendere e classificare i fenomeni naturali. Le qualità dei singoli elementi derivano dall'osservazione degli eventi naturali: l'Acqua possiede la qualità di bagnare e fluire verso il basso; il Fuoco di bruciare verso l'alto; il Legno può essere sagomato in pezzi; il Metallo può essere fuso, modellato e indurito; la Terra provvede al nutrimento con la semina e il raccolto. Gli elementi sono tra loro in rapporto di interdipendenza e controllo che determina il loro costante mutamento. Essi costituiscono anche i principi basilari per la medicina tradizionale cinese interpretando i rapporti tra la natura e la fisiologia e la patologia del corpo umano.


Attribuzione del corpo umano ai cinque elementi




elementi
Legno
Fuoco
Terra
Metallo
Acqua
organi yin
fegato
cuore
milza
polmoni
reni
organi yang
vescica biliare
intestino tenue
stomaco
intestino crasso
vescica
organi di senso
occhio
lingua
bocca
naso
orecchio
tessuti
tendineo
vasale
muscolare
pelle e peli
osseo
emozioni
ira
gioia
riflessione
malinconia
paura
sforzi dannosi
vista
camminare
sedere
giacere
stare in piedi
sapori
acido
amaro
dolce
piccante
salato
suoni
grida
riso
canto
pianto
gemito
psichismo
hun
shen
yi
po
shi




Principi teorici


La pratica del Qi Gong deve riferirsi ad almeno quattro concetti basilari: i Tre Tesori, i Tre Campi del Cinabro, le Tre Armonie ed il sistema dei Meridiani Energetici. In sintesi, i Tre Tesori sono tre forme di energia, Jing, Qi e Shen, dalla più grossolana alla più sottile che potremmo intendere, sia pure un maniera approssimativa, come energia fisica, dinamica e spirituale. Il Jing è l'essenza vitale e riproduttiva, il Qi è il soffio, l'energia che anima il corpo e lo Shen rappresenta l'energia psichica e spirituale. Il Jing scorre attraverso le ossa, il Qi attraverso la rete dei meridiani principali collegati agli organi interni e lo Shen attraverso i canali prenatali denominati straordinari. Queste tre energie corrispondono ai Tre Campi del Cinabro o Dantian, luoghi privilegiati delle trasmutazioni energetiche, situati rispettivamente nel basso addome, nella zona del cuore e nella parte superiore del capo. Non a caso si fa riferimento al cinabro, cioè al solfuro di mercurio, la materia prima degli alchimisti cinesi, preposta alla creazione dell'elisir dell'immortalità. Il processo segue tre tappe fondamentali di distillazione e trasformazione dell'energia: nel Campo del Cinabro inferiore l'essenza (Jing) viene trasformata in soffio (Qi), nel Campo del Cinabro mediano il soffio (Qi) viene trasformato in forza spirituale (Shen), nel Campo del Cinabro superiore la forza spirituale viene raffinata e riportata al vuoto (Wu Ji). Questo percorso può essere guidato, come avviene nell'esercizio denominato Piccola e Grande Circolazione Celeste, tramite la concentrazione sui punti dei Meridiani Energetici che costituiscono una rete invisibile per il trasporto di Qi e sangue e per il collegamento tra sostanze e organi. Può altresì svilupparsi spontaneamente a seguito di una lunga pratica, come avviene nel Tai Ji Quan.
Le Tre Armonie sono i principi basilari che predispongono al lavoro sull'energia interna. La prima, Tiao Shen - letteralmente armonizzare il corpo - consiste nella regolazione della postura e nel rilassamento completo del corpo e della mente per consentire all'energia di fluire liberamente. Si ottiene così uno stato di inibizione protettiva della corteccia cerebrale stimolante meccanismi fisiologici che portano al recupero funzionale ed alla regolarizzazione dell'organismo. L'elettroencefalogramma di un praticante di Qi Gong registra una migliore sincronizzazione delle onde alfa e un aumento delle onde teta tipiche dei bambini e delle fasi dell'assopimento, indicativi di un profondo rilassamento ed una forte riduzione dello stress.
Tiao Xi è l'armonizzazione del respiro, che consente di utilizzare l'energia dell'aria per favorire lo scambio tra la circolazione sanguigna e le cellule dei tessuti. Si tratta di acquietarsi e, senza forzare il respiro, favorire la discesa dell'aria nell'addome, evitando di bloccarla nel torace, in modo che sia l'intero corpo a respirare. Il processo respiratorio ha anche l'importante funzione di aprire la mente ed utilizzare al massimo le potenzialità del cervello.
Infine la terza armonia, Tiao Xin, armonizzare il cuore e la mente, ha lo scopo di sgomberare la mente da pensieri e preoccupazioni pacificando il cuore. Qui si tratta di rendere salda e tranquilla la mente osservando i fenomeni senza intervenire e lasciando che le cose accadano spontaneamente. Questa condizione induce mutamenti biochimici all' interno del corpo e azioni riparative sugli organi e sulle strutture cerebrali. E' stato dimostrato che durante la meditazione avviene una diminuzione di cortisolo e adrenalina cioè quegli ormoni e neurotrasmettitori che sono attivi in condizioni di stress, mentre si riscontra una aumentata produzione di melatonina e serotonina. Numerosi parametri fisiologici subiscono delle variazioni quali una diminuzione nel consumo di ossigeno e nella frequenza cardiaca e respiratoria insieme ad un profondo rilassamento muscolare e alla riduzione del metabolismo. Queste condizioni che generano un basso consumo energetico costituiscono la base del ripristino delle condizioni di salute. Il processo di purificazione della mente è un processo lento che evolve di pari passo con il respiro e la regolazione del corpo, così che l'armonia risulta dall'integrazione delle tre armonie.
Pratica il Non-agire, bada a non fare niente,
assapora il senza sapore;
considera il piccolo come grande, il poco come molto.
Intacca il difficile là dove è facile;
fai grande ciò che è minuto!
Le cose più difficili del mondo
prendono avvio da ciò che è facile;
le cose più grandi del mondo
prendono avvio da ciò che è minuto.
Perciò il Saggio non fa mai niente di grande,
e così può compiere il grande.







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