“Il drago è l’animale leggendario che ha caratteristiche appartenenti al serpente, al leone, al coccodrillo.
Nonostante la sua origine fantastica, è profondamente radicato nella
psiche collettiva, e per questa ragione compare di frequente nei sogni dell’uomo moderno e civilizzato.
Protagonista di fiabe e racconti diffusi in tutte le culture fin
dall’antichità, rappresenta le forze oscure e demoniache da combattere
e da vincere, l’istintività incontrollata, i contenuti dell’inconscio più
rinnegati e potenti con cui confrontarsi per conquistare la propria
energia inconscia, per utilizzarla senza farsene asservire.
Il suo significato simbolico spazia da questo aspetto di “ombra” a quello di madre castratrice
e terribile, colei che trattiene ed impedisce la crescita ed il
distacco, che si oppone alla maturità. Sia Jung che Freud riconoscono
nel drago la peculiarità dell’archetipo materno con
cui l’individuo dovrà combattere per potere sentire ed esprimere la
propria carica libidica e la propria sessualità.
Considerato per la sua ferocia e la sua forza un temibile avversario, appare spesso alla soglia di una caverna, nel ruolo di “guardiano” di qualche tesoro, tesoro che l’eroe di turno dovrà conquistare combattendo.
Ogni battaglia col drago diverrà allora metafora della ricerca di un
significato che vada ad ampliare il Se’, e che appare come un tesoro,
allorché viene strappato dalle oscure regioni psichiche in cui si
trova. Così il sognatore viene confrontato con la forza inconscia
dell’ombra da cui egli può attingere forza, che lo può sostenere
nell’affrontare la realtà.
La vittoria sul drago è il trionfo dell’io sulle
forze regressive dell’inconscio che si tradurrà nella capacità di
affrontare e superare i drammi e i cambiamenti che la vita presenta. La lotta col drago dei sogni è allora un rito iniziatico che consente al sognatore di affrontare il proprio “drago interiore” per integrarne la forza (il tesoro) e che gli consentirà, novello eroe, di andare nel mondo. Anche questo aspetto è importante nella simbologia del drago
perchè contribuisce a definire, in sogno, l’espressione di un potere
naturale latente dell’individuo, a cui potrà accedere attraverso un
percorso di crescita e di conoscenza, in un personalissimo viaggio dell’eroe.”
Nonostante la sua origine fantastica, è profondamente radicato nella
psiche collettiva, e per questa ragione compare di frequente nei sogni dell’uomo moderno e civilizzato.
Protagonista di fiabe e racconti diffusi in tutte le culture fin
dall’antichità, rappresenta le forze oscure e demoniache da combattere
e da vincere, l’istintività incontrollata, i contenuti dell’inconscio più
rinnegati e potenti con cui confrontarsi per conquistare la propria
energia inconscia, per utilizzarla senza farsene asservire.
Il suo significato simbolico spazia da questo aspetto di “ombra” a quello di madre castratrice
e terribile, colei che trattiene ed impedisce la crescita ed il
distacco, che si oppone alla maturità. Sia Jung che Freud riconoscono
nel drago la peculiarità dell’archetipo materno con
cui l’individuo dovrà combattere per potere sentire ed esprimere la
propria carica libidica e la propria sessualità.
Considerato per la sua ferocia e la sua forza un temibile avversario, appare spesso alla soglia di una caverna, nel ruolo di “guardiano” di qualche tesoro, tesoro che l’eroe di turno dovrà conquistare combattendo.
Ogni battaglia col drago diverrà allora metafora della ricerca di un
significato che vada ad ampliare il Se’, e che appare come un tesoro,
allorché viene strappato dalle oscure regioni psichiche in cui si
trova. Così il sognatore viene confrontato con la forza inconscia
dell’ombra da cui egli può attingere forza, che lo può sostenere
nell’affrontare la realtà.
La vittoria sul drago è il trionfo dell’io sulle
forze regressive dell’inconscio che si tradurrà nella capacità di
affrontare e superare i drammi e i cambiamenti che la vita presenta. La lotta col drago dei sogni è allora un rito iniziatico che consente al sognatore di affrontare il proprio “drago interiore” per integrarne la forza (il tesoro) e che gli consentirà, novello eroe, di andare nel mondo. Anche questo aspetto è importante nella simbologia del drago
perchè contribuisce a definire, in sogno, l’espressione di un potere
naturale latente dell’individuo, a cui potrà accedere attraverso un
percorso di crescita e di conoscenza, in un personalissimo viaggio dell’eroe.”
(Dal Web)
1. Il Drago, via iniziatica
Il Drago è il profumo del cielo. Non si può immaginare il Drago senza
perdere le dimensioni umane. L’uomo non entra quale dominatore
nelle sue strutture; ne è la misura inferiore, quella della attrazione
verso gli ingressi del Drago. Il Drago è il frutto delle idee degli
uomini; è la materializzazione delle loro speranze e desideri, delle
loro paure, ma è allo stesso tempo la materializzazione del mito ed
esiste nei mondi paralleli.
Il Drago verde è la terra. Imparziale e sacro, tutto accoglie e trasforma,
tutto genera: è la nascita e la morte, è la trasformazione
dell’Opera. Dal Drago verde sorgono due mostri. Il primo è quello
fisso, di pietra, tentacolare, affascinante nella sua forma immota
di demone costrittore, che appare però protettivo come il grembo
materno, ammaliatore come il sottile fascino di Venere nelle sue
rovine di marmo biancheggianti come ossa. È lo scheletro, l’immutabile,
ciò che sostiene. Non ci si può avventurare nei sottili piani
dello spirito se non si è muniti di corpo. Questo primo mostro è “il
costruito”, la città; è l’Idra dalle mille teste, la medusa che impietrisce
e dalla cui testa recisa nasce Pegaso, il secondo mostro. È
nato dai vapori stessi della terra ed è nel contempo figlio della pura
luce dello spirito. Ha le zampe sulla terra, dove cammina, le ali
per volare nel cielo e la testa che si dissolve nell’assoluto, nella pu
ra vibrazione; il suo corpo è composto di otto parti, la coda è la
quintessenza del veleno.
Chi si avvicina a lui e vi sale dentro lo fa dagli ingressi che più gli
si confanno e che sente simili a sé. Le trasformazioni che subirà, una
volta dentro, saranno irreversibili: mai più ritornerà come quando vi
è entrato, non sarà mai più lo stesso uomo. Può solo salire, andare
verso l’alto, verso il riconoscimento di se stesso, della sua totalità,
della sua unione con lo spirito. La sua meta è arrivare alla testa, alla
sorgente della pura luce, del puro suono: quello che cambia è solo la
lunghezza del percorso da compiere.
C’è chi entra dall’ano, chi dagli intestini, coda, fegato, stomaco,
cuore, gola, polmoni, chi direttamente dalla testa. Ognuno avrà un
differente cammino, ma attraverserà assolutamente tutto ciò che la
sua natura richiede per liberarsi da tutte le scorie. Non dimenticherà
più niente, ma comprenderà tutto lo svolgimento dell’esistenza, nella
sua totalità, dalle forme più basse a quelle più alte. Sarà nel mondo,
ma non ne sarà più schiavo. Chi arriverà alla testa guiderà il Drago.
Tutte le creature vivono, dormono, mangiano e lavorano dentro il
Drago. Arriva il momento in cui il Drago, pieno di uomini, abbandona
le sue zampe sulla terra e apre le sue ali. La Forza che lo muove è
energia cosmica presa dalle “ruote delle criniere”, insieme all’energia
che gli uomini che stanno dentro di lui generano e irradiano. I due
mostri, quello fisso della città, e quello volante, si fissano e si affrontano.
Il mostro fisso cerca di resistere, sa che non deve farsi toccare,
neanche per un istante, dal Drago del cielo.
Il Drago ha la proprietà di trasformare tutto ciò che tocca in qualcosa
di simile a lui; egli è la Pietra Filosofale. Nel momento della lotta
il Drago lancia fiamme dalla bocca e niente può fermare il suo
cammino.
Ma dove è ora il Drago? Ha vinto ma dove è andato? La sua dimora
non è più di questa terra, il suo compito è distruggere l’ignoranza.
Se ne è volato via; è la Barca del cielo che prosegue il suo
percorso negli universi paralleli per ritornare forse in un prossimo
eone. Ora il suo compito è terminato. È ridiventato pura energia e
la sua forma non è più visibile all’occhio umano, ma esiste quale
forza dinamica e spirituale, nella dimensione della consapevolezza
atemporale. Il suo messaggio sulla terra sarà propagato dagli uomini totali,
che una volta erano in lui e che sono stati “seminati” sulla terra nel
momento della sua dissoluzione. Ognuno di loro è il Drago, e il Drago
è in ognuno di loro.
La storia dei due contendenti si ripeterà all’infinito, sempre nuova
e sempre simile, con il ricordo dell’origine degli esseri nuovi e
della lotta trasformante e liberatrice. La loro esistenza sarà per sempre
parte del loro Tutto, il grande Drago.
Il Drago è soprattutto una via iniziatica e una disciplina esoterica.
Corrisponde alle quattro direzioni: con il Drago si osservano le stelle
(nord), si viaggia per le stelle (est), si è nelle stelle (ovest ), si diventa
una stella (sud).
da il libro del Drago di A.Veggi
Il Drago è il profumo del cielo. Non si può immaginare il Drago senza
perdere le dimensioni umane. L’uomo non entra quale dominatore
nelle sue strutture; ne è la misura inferiore, quella della attrazione
verso gli ingressi del Drago. Il Drago è il frutto delle idee degli
uomini; è la materializzazione delle loro speranze e desideri, delle
loro paure, ma è allo stesso tempo la materializzazione del mito ed
esiste nei mondi paralleli.
Il Drago verde è la terra. Imparziale e sacro, tutto accoglie e trasforma,
tutto genera: è la nascita e la morte, è la trasformazione
dell’Opera. Dal Drago verde sorgono due mostri. Il primo è quello
fisso, di pietra, tentacolare, affascinante nella sua forma immota
di demone costrittore, che appare però protettivo come il grembo
materno, ammaliatore come il sottile fascino di Venere nelle sue
rovine di marmo biancheggianti come ossa. È lo scheletro, l’immutabile,
ciò che sostiene. Non ci si può avventurare nei sottili piani
dello spirito se non si è muniti di corpo. Questo primo mostro è “il
costruito”, la città; è l’Idra dalle mille teste, la medusa che impietrisce
e dalla cui testa recisa nasce Pegaso, il secondo mostro. È
nato dai vapori stessi della terra ed è nel contempo figlio della pura
luce dello spirito. Ha le zampe sulla terra, dove cammina, le ali
per volare nel cielo e la testa che si dissolve nell’assoluto, nella pu
ra vibrazione; il suo corpo è composto di otto parti, la coda è la
quintessenza del veleno.
Chi si avvicina a lui e vi sale dentro lo fa dagli ingressi che più gli
si confanno e che sente simili a sé. Le trasformazioni che subirà, una
volta dentro, saranno irreversibili: mai più ritornerà come quando vi
è entrato, non sarà mai più lo stesso uomo. Può solo salire, andare
verso l’alto, verso il riconoscimento di se stesso, della sua totalità,
della sua unione con lo spirito. La sua meta è arrivare alla testa, alla
sorgente della pura luce, del puro suono: quello che cambia è solo la
lunghezza del percorso da compiere.
C’è chi entra dall’ano, chi dagli intestini, coda, fegato, stomaco,
cuore, gola, polmoni, chi direttamente dalla testa. Ognuno avrà un
differente cammino, ma attraverserà assolutamente tutto ciò che la
sua natura richiede per liberarsi da tutte le scorie. Non dimenticherà
più niente, ma comprenderà tutto lo svolgimento dell’esistenza, nella
sua totalità, dalle forme più basse a quelle più alte. Sarà nel mondo,
ma non ne sarà più schiavo. Chi arriverà alla testa guiderà il Drago.
Tutte le creature vivono, dormono, mangiano e lavorano dentro il
Drago. Arriva il momento in cui il Drago, pieno di uomini, abbandona
le sue zampe sulla terra e apre le sue ali. La Forza che lo muove è
energia cosmica presa dalle “ruote delle criniere”, insieme all’energia
che gli uomini che stanno dentro di lui generano e irradiano. I due
mostri, quello fisso della città, e quello volante, si fissano e si affrontano.
Il mostro fisso cerca di resistere, sa che non deve farsi toccare,
neanche per un istante, dal Drago del cielo.
Il Drago ha la proprietà di trasformare tutto ciò che tocca in qualcosa
di simile a lui; egli è la Pietra Filosofale. Nel momento della lotta
il Drago lancia fiamme dalla bocca e niente può fermare il suo
cammino.
Ma dove è ora il Drago? Ha vinto ma dove è andato? La sua dimora
non è più di questa terra, il suo compito è distruggere l’ignoranza.
Se ne è volato via; è la Barca del cielo che prosegue il suo
percorso negli universi paralleli per ritornare forse in un prossimo
eone. Ora il suo compito è terminato. È ridiventato pura energia e
la sua forma non è più visibile all’occhio umano, ma esiste quale
forza dinamica e spirituale, nella dimensione della consapevolezza
atemporale. Il suo messaggio sulla terra sarà propagato dagli uomini totali,
che una volta erano in lui e che sono stati “seminati” sulla terra nel
momento della sua dissoluzione. Ognuno di loro è il Drago, e il Drago
è in ognuno di loro.
La storia dei due contendenti si ripeterà all’infinito, sempre nuova
e sempre simile, con il ricordo dell’origine degli esseri nuovi e
della lotta trasformante e liberatrice. La loro esistenza sarà per sempre
parte del loro Tutto, il grande Drago.
Il Drago è soprattutto una via iniziatica e una disciplina esoterica.
Corrisponde alle quattro direzioni: con il Drago si osservano le stelle
(nord), si viaggia per le stelle (est), si è nelle stelle (ovest ), si diventa
una stella (sud).
da il libro del Drago di A.Veggi