martedì 16 ottobre 2012

Draghi dei 4 Elementi



IL DRAGO DI FUOCO



“Draig‑teine
Trasmutazione, Maestria, Energia

L’immagine mostra il drago fiammeggiante della visione di Re Uther. In lontananza scorgiamo Glastonbury Tor. La leggenda parla di una caverna segreta sulla cima della collina, forse usata per cerimonie di iniziazione. Draghi fiammeggianti spesso sono a guardia di tali caverne, per guardarle dalla dissacrazione di gente avida e per offrire i loro tesori a chi li merita. In prirno piano, appoggiato a una roccia, un ornamento d’oro ‑ un collare celtico che indica rango elevato, posizione di comando e maestria.

Draig‑teine porta vitalità, entusiasmo, coraggio e una notevole capacità di superare gli ostacoli e di trovare l’energia necessaria per affrontare i problemi della vita. Avere il potente Drago di Fuoco come alleato ti farà immediatamente capace di esprimere le qualità necessarie ad essere leader o maestro. Con molta attenzione e capacità, il drago darà carburante al fuoco interiore che potrà essere diretto e canalizzato con una precisione quasi da laser per aiutarti a superare prove e raggiungere obiettivi.


LA TRADIZIONE DEL DRAGO Di Fuoco

A lui che, fiammeggiante, cerca tumuli sepolcrali,
Lui, il mellifluo e vendicativo drago che vola per la notte,
Avvolto nelle fiamme; ogni uomo lo teme grandemente
Beowulf

Il padre di Re Artù, Uther, una volta ebbe la visione di un drago fiammeggiante. Rimase così colpito da chiedere immediatamente ai suoi sacerdoti druidi di spiegargliene il significato. Gli fu detto che un tale drago fiammeggiante significava che sarebbe diventato re. Uther decise allora di chiamarsi “Pendragon”, che significa “Testa di Drago”. Fu a quel punto che il drago divenne l’emblema araldico e l’animale totemico della più grande linea di discendenza di re inglesi ‑ i Pendragons.

Questo fatto, che segna le fondamenta della storia di Artù, ci dà l’opportunità di comprendere il Drago di Fuoco. Ognuno dei quattro draghi, quello d’acqua, di terra, di aria e di fuoco, rappresenta energia e potere, ma ognuno media le stesse energie in un modo diverso e, alla fine, saremo chiamati a integrare ed armonizzare questi quattro differenti tipi di “energia dragonica” nel nostro essere. L’energia del Drago di Fuoco ha a che vedere con l’essere re, l’essere leader, il governare, l’essere maestri. Per questo i Druidi furono capaci di interpretare con tanta accuratezza la visione di Uther. Si dice che suo figlio, Artù, portasse un drago dorato sull’elmetto a simboleggiare il suo rango, e il drago di fuoco ha continuato ad essere simbolo, da allora, di autorità e potere.


MERLINO E I DUE DRAGHI

La leggenda racconta che la bandiera gallese, che mostra uno di questi draghi, derivi dal tempo in cui il Re Vortigern scoprì di non essere capace di costruire la sua fortezza a Dinas Emrys perché le fondamenta di pietra crollavano continuamente. Merlino, che ancora era un ragazzo conosciuto come Emrys, fu portato a corte e, con la sua visione mistica, riuscì a spiegare che due draghi stavano combattendo in un lago sotto la fortezza scuotendone le fondamenta. Uno era rosso e rappresentava i Bretoni, l’altro era bianco e rappresentava i Sassoni. Re Vortigern ordinò di scavare in profondità per vedere se Merlino dicesse la verità o meno. Furono trovati entrambi i draghi, che cominciarono a combattere. Alla fine il drago rosso vinse e diventò l’emblema del Galles.




IL FUOCO DEL DRAGO

1 draghi di questi racconti di antica tradizione sono raffigurati come maligni, ma nella tradizione dei Druidi il drago di fuoco ha una valenza neutra ‑ di fatto, il drago è maligno o benigno in accordo al nostro grado di evoluzione. Non tutta la conoscenza può essere usata da tutti, non ogni potere può essere usato da tutti. Sono ben noti i pericoli nei quali si può incorrere se potere e conoscenza cadono in mani corrotte. Il drago di fuoco è maligno soltanto se è incontrato da chi non è preparato o non è sufficientemente forte da potere sostenere le energie che rappresenta ‑ a questo punto ci si può sentire esauriti o “bruciati”. Il Drago di Fuoco è a guardia del tesoro del Fuoco Interiore che brucia in ognuno di noi e che nella tradizione druidica è chiamato Fuoco del Drago, o Nwyre, ma che comunque è più vastamente conosciuto in Oriente con il nome di Kundalini. Questo fuoco circola attraverso i nostri centri psichici, o chakra, e il suo risveglio prematuro, indotto con l’uso di droghe o di tecniche esoteriche non appropriate, può portare a gravi disturbi psicologici e persino a malattie fisiche. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che il drago che sta a guardia di questa potente energia sia raffigurato come feroce, per le gravi conseguenze che possono derivare dal cattivo uso della sua potenza.”


IL DRAGO D’ARIA – DRAIG-ATHAR 
 
“Ispirazione, Visione Interiore, Vitalità

 
 
Il disegno mostra uno dei dragoni di Beli che vola alto sulla magica città di Dinas Affaraon in Snowdonia. Lontano, un fulmine ci ricorda che Draigathar è uno dei servitori del Dio Cielo.
Il Drago d’Aria. Venire in contatto con il drago d’aria può avere un effetto fulminante per psiche e intelletto, ed è per questo che va trattato con attenzione e considerevole rispetto. A volte si manifesta con improvvisi lampi di illuminazione. Draig‑athar porta visione e chiarezza al tuo pensiero e alla tua immaginazione. Come vettore di poteri divini, il drago d’aria può essere visto come un messaggero del Dio del Cielo.
LA TRADIZIONE DEL DRAGO D’ARIA

Da qualche parte nelle regioni montagnose di Snowdonia, in Galles, si trovano i resti dell’antica città di Emrys, dimora degli alchimisti druidi conosciuti come Pheryllt. Nella tradizione gallese, questa città di ambrosia era anche conosciuta come Dinas Affaraon ‑ la “Città dei Poteri più Alti”. Qui abitavano i draghi di Beli, una delle principali divinità britanniche. Il bardo Taliesin descrive uno di questi draghi nel suo poema Protection of the Honey Isle: “Una profonda caverna si apre davanti a me, e grandi rocce le fanno ombra. Il drago esce e striscia verso le coppe del canto”.

Dalle caverne sovrastanti la campagna, i draghi emergevano per essere attaccati al carro della dea Ceridwen. I draghi d’aria, principalmente volano liberi e solitari. Nel Devon si crede che ogni notte un drago voli attraverso la Valle di Exe fra le fortezze sulle colline di Cadbury e Dolbury Hill, a guardia dei tesori là sotterrati. Anche in Devon, draghi volanti sono stati segnalati a Winkleigh, Challacombe ad Exmoor, e vicino alle miniere di stagno di Manaton. Quest’ultimo, in particolare, per quanto non più grande di un essere umano, emetteva un sibilo che poteva essere udito a miglia di distanza.
A Henham, nell’Essex, un drago lungo otto o nove piedi con grandi occhi, denti minacciosi e ali singolarmente piccole, fu visto parecchie volte volare nella vicina foresta, e a Somerset un drago che sputava fuoco volava regolarmente sopra le paludi da Curry Rivell a Aller, seminando il panico nei cuori degli abitanti dei villaggi non appena sentivano “il sibilo del battito delle sue ali”.
Alcuni scrittori hanno immaginato che i corridoi aerei dei draghi seguano e rappresentino le “linee del drago” dell’energia terrestre che scorre nelle campagne, a volte da un sito sacro ad un altro. Altri hanno ipotizzato che le luminose teste e le scure code biforcute delle comete che passavano vicino alla terra fossero diventate, nella tradizione e nella mitologia popolare, draghi volanti che sputavano fuoco. I racconti di draghi non possono essere nati da memorie del passato tempo dei dinosauri ‑sessanta milioni di anni separano l’ultimo dinosauro dal primo umano sulla terra. Ma alcune storie possono essere state inventate da malfattori per tenere la gente alla larga da caverne o nascondigli nelle foreste dove nascondevano i loro tesori. Altre ancora possono essere originate dalla fuga di rettili esotici da serragli privati, o da scrittori o editori per abbindolare un pubblico ingenuo. Per nostro conto sappiamo di storie nelle quali pericolosi cinghiali o cattivi proprietari terrieri sono stati, per i loro modi, ritratti come draghi. Ma nessuna di queste spiegazioni può giustificare adeguatamente l’universale presenza del drago nelle tradizioni e nei miti di ogni cultura in tutto il mondo ‑ compresa quella dei Druidi e del Celti.

DRAIG‑ATHAR SERVITORE DEL DIO DEL CIELO

Ci sono prove, comunque, che certi draghi d’aria possano essere interpretazioni poetiche o creative di insoliti fenomeni nei cieli. Un tornado può apparire inquietantemente “vivo”, e ai draghi di Longwitton nello Yorkshire, e di Torrylin ad Arran fu riconosciuta la capacità di trasformarsi in trombe d’aria. L’anno 793 d.C. è stato descritto in una cronaca dei tempi come l’anno nel quale “terribili segni si presentarono sulla terra dei Nortumbriani, seminando tristezza e terrore. Questi segni erano immense strisce di luce che passavano veloci nell’aria, trombe d’aria, feroci draghi che volavano per il firmarnemo”. Mille anni dopo, in Scozia, “molta gente di campagna poté osservare fenomeni non comuni nell’aria, definiti draghi, apparizioni di colore rosso acceso che venivano da Nord e volavano rapidamente verso Est”. Che si creda o meno che questi fenomeni fossero in realtà spiegabili con la presenza di meteoriti, improvvisi schiarimenti, aurore boreali o UFO, rimane il fatto che non possiamo allo stesso modo spiegare le cronache che ci parlano di draghi di terra ed acqua, e nemmeno quelle che ci parlano di draghi d’aria e che ovviamente non sono collegabili a fenomeni celesti.

Storie di questo genere si possono trovare nella tradizione del Galles. A Penmark Place, nel Glamorgan, la gente parla spesso di scorrerie di serpenti alati o draghi. Nelle foreste vicino a Bewper vivevano un “re ed una regina” draghi e, a Penllyne, un anziano intervistato nel 1900 riferiva di averli visti volare “con grandi ali luminose spiegate, a volte con occhi che ricordavano quelli delle piume di pavone”. Un anziano insisteva sulla verità delle sue affermazioni e si preoccupava di precisare che non erano “vecchie storie inventate per spaventare i bambini”. Suo padre e suo zio avevano ucciso alcuni di questi animali che avevano l’abitudine di rubare il loro pollame.
Nella tradizione dei Druidi, il drago volante è una creatura del Dio del Cielo ‑ proveniente magari dalla costellazione Draco, vicina alla Stella Polare. Rappresenta la discesa dello spirito, una visita da un altro mondo, un invito a salire a più alti livelli di coscienza. Come il fulmine e il tuono, il drago può essere terribile, portatore di distruzione. Ma se trattato con rispetto e se preso come un alleato, può aiutarci a viaggiare nel mondo dello spirito, a spingerci ancora più avanti nella ricerca dell’illuminazione.”





IL DRAGO D’ACQUA
Draig‑uisge

Passione, Profondità, Collegamento



Il disegno mostra un grande drago di mare la cui “testa era come una montagna e i cui occhi erano come laghi tondi, scurissimi e profondi”. Vivendo al largo delle coste della Scozia del Nord, poteva essere pacificato soltanto con l’offerta di sette vergini, legate mani e piedi e stese su uno scoglio vicino al mare, ogni sabato. Un giovane di nome Assipattle lo uccise guidando una barca nel suo corpo e incendiandogli il fegato. Alla morte del drago, l’esplosione della sua lingua coincise con la nascita del Mar Baltico. Schizzando fuori, i suoi denti crearono le Orkneys, le Shetlands e le Isole Faeroe. Infine si attorcigliò stretto e si abbattè sulle acque ‑ un’antica tradizione popolare dice che l’Islanda sia il suo corpo e che il suo fegato sia ancora in fiamme sotto la sua bruciante crosta.

Il Drago d’Acqua porta alla luce quanto è nascosto. Memorie e desideri che possono anche essere stati a lungo dimenticati e repressi nell’Inconscio, possono emergere spaventandoci o confondendoci con la loro apparente negatività o distruttività. Affrontare queste esperienze con compassione e coraggio, alla fine, ci porterà ad un’esperienza di maggiore profondità d’animo e ad un più grande senso di collegamento con la vita.
LA TRADIZIONE DEL DRAGO D’ACQUA

Una domenica mattina Lambton andò
A pesca nel Wear,
E prese un pesce all’amo.
Pensò che doveva essere molto grande,
Ma che razza di pesce era mai
Il giovane Lambton non poteva dirlo;
Non avrebbe potuto portarlo a casa,
E così lo gettò in un pozzo


Proprio come si dice che la vita sia sorta dalle profondità primordiali degli oceani, così si dice che il drago in origine non fosse che un grande serpente o creatura simile ad anguilla, a volte con coma, che viveva nei pozzi, nei laghi o nel mare. Più avanti, nello sviluppo delle mitologia a lui riferita, al serpente crebbero piccole ali e due zampe, ed è qui che diventò Wyvern, finalmente trasformatosi nel Drago a quattro piedi con grandi ali nervate e coda dentata. Alcuni di questi esserii lasciano il loro habitat d’acqua per vagare tra le colline e terrorizzare la gente di campagna, ma altri rimangono nell’acqua, e sono descritti come mostri d’acqua o di mare, il più famoso dei quali vive a Loch Ness.

Il primo incontro con questa creatura di cui si ha traccia ci dice di Santa Columba che salva un amico che stava nuotando nel fiume Ness. Quando il mostro emerse affiorando dietro al nuotatore, la bocca aperta per inghiottirlo con un ruggito, Santa Columba urlò: ‘Termati, non toccare quell’uomo. Vattene via”. E la creatura obbedì.

Il mostro di Loch Ness non è unico: i mulinelli del Fiume Taff a Cardiff e il lago di Llyn‑y‑Gader a Snowdonia sono noti per i mostri o draghi d’acqua che velocemente possono divorare chiunque sia sufficientemente sfortunato da trovarsi a loro tiro, lasciando nell’acqua, in pochi minuti, rosse spirali di sangue.

SOGLIE PER L’ALTROMONDO

Che il drago sia pienamente accessoriato, che sputi fuoco dalla bocca, o sia di una forma meno evoluta, simile a un grande serpente, nella maggior parte delle storie che si riferiscono a draghi troviamo una significante preponderanza dell’elemento acqua in tutte le sue forme ‑ fiume, pozzo, stagno, lago, palude, acquitrino, mare.
Un’ acqua, e in particolare le sue sorgenti, era sacra alla tradizione dei Druidi, che consideravano anche questi luoghi come soglie d’accesso al Mondo Sotterraneo o all’Altromondo. Dal momento che il drago è una creatura dell’Altromondo, è assolutamente naturale che debba emergere da tali soglie magiche. In termini psicologici, l’acqua rappresenta l’Inconscio e l’emergere di dragoni dal mare, da pozzi o laghi, rappresenta il sorgere alla consapevolezza di complessi irrisolti o repressi o di desideri e spinte distorte. Il distruttivo drago d’acqua simboleggia perfettamente la natura devastante di certi contenuti della psiche che, per la guarigione del sé, richiedono trasmutazioni che possono essere simbolicamente messe in relazione alla morte.

Si dice che un drago di questa natura sia vissuto per più di mille anni in uno stagno chiamato Knucker Hole, a Lyminster nel Sussex. Alimentato da una sorgente sotterranea, si pensava che il laghetto non avesse fondo (in realtà è profondo una trentina di piedi) e che fosse la residenza di Knucker il Drago.


1 draghi d’aria e di terra di solito non sono pericolosi, se non disturbati, ed è davvero raro che la terra o il cielo si presentino a noi minacciosamente. Ma gli elementi del fuoco e dell’acqua possono, al contrario essere pericolosi, e il drago d’acqua può sopraffarci emotivamente buttandoci nello sconforto e nell’autocommiserazione. Ma se lo avviciniamo con attitudine amichevole, lo mettiamo in relazione a noi più come alleato che come nemico, può portare passione, compassione, profondità di sentimento e un vero senso di collegamento con l’umanità intera ed il mondo della natura.



“DRAGO DI TERRA
Draig‑talamh



 Potere, Potenziale, Ricchezze

Il disegno mostra un drago attorcigliato che fa la guardia a un tesoro nella sua caverna. Un vecchio abitante del villaggio gallese di Penllyne, morto al passaggio del secolo, insisteva che suo padre e suo zio avessero ucciso alcuni di questi draghi. In gioventù li aveva visti avvolti a spire quando riposano, sembravano “come coperti da gioielli di ogni tipo. Alcuni avevano creste scintillanti con i colori dell’arcobaleno”. Se disturbati, se ne scivolavano via rapidamente, “spargendo scintille ovunque”, verso i loro nascondigli.

Il Drago di Terra ci porta a confrontarci con il nostro potenziale. In noi c’è una stanza del tesoro piena di ricchezze ‑ di potenzialità, di capacità che possiamo imparare ad usare. Può darsi che in passato l’accesso ci sia stato negato dal guardiano di questo tesoro. Ma ora stiamo arrivando a comprendere che questo guardiano, a volte feroce, non è in realtà che un aspetto di noi stessi. Man mano che impareremo a conoscere e ad amare Draig‑talamh, diventeremo anche capaci di schiudere i segreti del nostro cuore e simultaneamente ci troveremo a scoprire la bellezza e il potere che riposano nei cuori di quelli che ci circondano e nella terra stessa.
LA TRADIZIONE DEL DRAGO DI TERRA

Il drago sarà in un tumulo, antico, ricco di tesori
Beowulf

Ai piedi della grande figura di gesso del Cavallo Bianco di Uffington, nell’Oxfordwhire, si trova Dragon Hill. Si dice che lì San Giorgio uccise il drago, e che il terreno sia ancora oggi avvelenato dal sangue del mostro al punto di impedire che l’erba cresca in certe aree sulla sommità della collina. Alcuni hanno immaginato che il cavallo stilizzato che sta di fronte alla collina di fatto sia una rappresentazione del drago. Che sia vero o no, resta il fatto che drago e cavallo condividono l’associazione con l’energia della terra ‑ con il suo potere.

Anche se alcuni draghi leggendari sono fortemente connessi con soltanto uno dei quattro elementi, molti, al contrario, si dividono felicemente le caratteristiche di tutti gli elementi: dormono in buchi pieni d’acqua, avvolgono i loro corpi attorno alle colline durante il giorno e volano nel cielo o sputano fiamme quando lo desiderano. Quintessenzialmente alchemici, ci parlano di energie e potenze che esistono sia in noi stessi che in natura attorno a noi.

Lo scenario naturale è costantemente mutevole e alcuni studiosi ipotizzano che i Druidi praticassero la loro versione di quella particolare tecnica geomantica nota in Cina come Feng‑shui. Questa scienza naturale per creare armonia in natura richiede conoscenza delle correnti terrestri, o linee dei draghi che attraversano la terra, e dell’arte di sapere quali elementi fisici aggiungere o modificare per creare un’atmosfera che possa risultare sia esteticamente piacevole che energeticamente benefica. Da questo punto di vista, i draghi diventano linee portanti di correnti energetiche, e l’ “addomesticare il drago” è una metafora per la pratica geomantica o per le tecniche di “agopuntura alla terra” praticate dai rabdomanti che conficcano nel terreno paletti d’acciaio per controllare o deviare certe correnti nocive.

I GUARDIANI DEI TUMULI

In tempi antichi, tumuli e steli celebrativi, cerchi di pietre e singole pietre erette erano posizionati con un grande senso di riverenza per la terra e con la consapevolezza del loro intrinseco potere spirituale. Quando un tumulo era riempito di oggetti tombali di valore per accompagnare la morte del guerriero o del capo, è molto probabile che gli antichi Druidi invocassero gli spiriti guardiani a guardia dei tesori, proprio come i sacerdoti egiziani invocavano spiriti perché custodissero i tesori delle tombe reali e spaventassero i potenziali dissacratori. Nel corso del tempo questi guardiani hanno assunto sembianze di mostruosi draghi che custodivano gelosamente i loro tesori in tumuli come il “Tesoro del Drago” di Oxfordshire, i tumuli di Old Field nello Shropshire, i tumuli di Drakelow nel Derbyshire e nel Worcestershire, e il tumulo di “Drake Howe” nello Yorkshire. Esiste anche un lungo tumulo che si suppone contenesse le ossa di un drago ucciso e bruciato a Walmsgate, una corruzione di ‘Vorinsgate” (n.d.t.: worm ‑verme) nel Lincolnshire.

TESORI NASCOSTI E LA RICERCA INTERIORE

Certo è che non troviamo tesori soltanto nei tumuli sepolcrali. Anche tesori sotterrati in certe colline beneficiano della guardia di un drago, come il Wormelow Tump in Herefordshire e il Money Hill a Gunnarton Fell in Northumberland. Sotto la collina‑fortezza dell’Età del Ferro di Cissbury giace un deposito d’oro che può essere raggiunto soltanto attraverso un passaggio sotterraneo di due miglia; nessuno ha mai avuto successo nello scoprire il tesoro perché a mezza strada del tunnel si ergono due draghi guardiani.

La credenza nell’esistenza di draghi guardiani del tesoro è più forte in Galles che in Inghilterra, sebbene questi abbiano la tendenza a vivere nelle dense foreste e sulle colline solitarie piuttosto che in tumuli sepolcrali. Una caratteristica interessante di tutti i racconti che riguardano draghi di terra è che, a differenza di quelli di aria, di fuoco e d’acqua, questi hanno contatti minimi, quando ne hanno, con gli esseri umani ‑ nessuno cerca di ucciderli, né loro si lanciano in devastanti razzie nelle campagne circostanti. Se ne stanno piuttosto a riposare nascosti e inattivi, a meno che non vengano disturbati. Per quanto ritratti senza alcuna traccia di crudeltà, come un vulcano dormiente portano in loro un potenziale di minaccia e pericolo che potrebbe ridestarsi. Ognuno di noi, forse, ha in se stesso draghi di questo tipo a guardia delle sue ricchezze interiori. Partendo dal presupposto che nessuno debba violare lo splendore del nostro sé più profondo, il drago a volte può negare l’accesso a queste riserve di potere e di potenziali persino alla nostra coscienza che sta risvegliandosi.

Il drago di terra non lo troviamo soltanto nelle grotte o al centro dei tumuli o delle colline, lo troviamo anche attorcigliato intorno alle stesse. Un simbolo molto potente del viaggio di autoconoscenza e di ricerca spirituale è il labirinto, la spirale, che a volte riscontriamo nei solchi rilevati sui lati di certe colline, come quella di Glastonbury Tor, o quella di Bignor Hill nel Sussex. Secondo la leggenda del drago di Linton, la forma spiraliforme della Collina di Wormington venne a crearsi quando il drago, nei sussulti della sua morte, si attorcigliò intorno alla collina e si contrasse, strizzandola fino a farle assumere la forma che ha attualmente.

C’è un collegamento fra il drago che sonnecchia attorcigliato intorno alla collina o intorno al tesoro nella grotta del cuore e la creatura che noi scopriamo al centro del labirinto o della spirale. Sono entrambi aspetti di noi stessi ‑ entrambi possono essere visti come Guardiani di Soglia ‑ entrambi devono essere rispettati ed amati, ma anche sfidati, e forse addirittura in certi casi vinti. Che il labirinto sia quello classico a sette anelli, come quello che vediamo nelle incisioni del sesto secolo ritrovate a Hollywood, in Irlanda, e a Tintagel nel Cornwall, o semplicemente la triplice spirale trovata nei siti più antichi di Newgrange in Irlanda o di Achnabreck in Scozia, è opinione comune che questi simboli rappresentino il viaggio dell’anima dentro e fuori un’incarnazione. Se possiamo confrontare il drago guardiano della casa del tesoro dell’anima e dell’Altromondo con sincerità e umiltà, questa creatura ci guiderà attraverso il labirinto del cuore del mondo a trovare ispirazione e coraggio per rinascere nel tempo e nello spazio.”

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